Con la Legge 13 giugno 2025 n. 91, il Parlamento autorizza il Governo a tradurre nel diritto interno l’ultima ondata di direttive ambientali e di salute-lavoro varate da Bruxelles. Il provvedimento, pubblicato in G.U. il 25 giugno ed efficace dal 10 luglio, assegna deleghe precise e scadenze stringenti.

Il pacchetto più atteso riguarda la lotta al greenwashing: la Direttiva (UE) 2024/825 impone nuovi obblighi informativi e vieta claim ambientali generici o non dimostrabili su prodotti e servizi. Altrettanto incisiva è la Direttiva (UE) 2024/1203, che amplia l’elenco dei delitti ambientali e aumenta le pene; l’esecutivo dovrà armonizzare il codice penale e coordinare le sanzioni con il D.Lgs 152/2006.
Sul fronte industriale, la Direttiva (UE) 2024/1785 aggiorna il regime IPPC/IED: l’AIA italiana dovrà includere limiti più severi e stringenti benchmark BAT. In materia di aria ambiente, la Direttiva (UE) 2024/2881 alza l’asticella su PM2,5, NO₂ e O₃, imponendo piani di qualità dell’aria più rapidi e vincolanti.

La legge affida, inoltre, al Governo il compito di “coordinare e integrare” l’ordinamento con alcuni regolamenti già direttamente applicabili: tra questi quello su batterie e rifiuti di batterie (2023/1542), il regolamento deforestazione-free (2023/1115), la disciplina sulla plastica riciclata a contatto con alimenti (2022/1616) e il neonato regolamento sul ripristino degli ecosistemi degradati.