Nel pacchetto infrazioni di maggio 2025, la Commissione europea ha spedito all’Italia una ulteriore lettera di costituzione in mora per il non corretto recepimento della Direttiva 2010/75/UE sulle emissioni dei grandi impianti industriali (IED). Il richiamo punta soprattutto sulle deroghe nazionali che, negli anni, hanno concesso ripetute proroghe agli stabilimenti fuori norma, in contrasto con l’art. 8 IED.
La Commissione cita la sentenza C-626/22 del 25 giugno 2024 – in cui la Corte UE ha bocciato le proroghe concesse a un impianto siderurgico – e ribadisce che, quando un’installazione non rispetta l’Autorizzazione integrata ambientale (AIA), l’operatore deve adottare subito misure correttive o sospendere l’attività in caso di grave rischio per ambiente e salute.
Entro 2 mesi, Roma deve spiegare come intende eliminare le deroghe incompatibili (es. proroghe automatiche, sanatorie ex lege).
In assenza di risposte soddisfacenti, Bruxelles potrà emettere un parere motivato e, in ultima istanza, deferire l’Italia alla Corte di giustizia con possibile condanna pecuniaria.