Il percorso per la riforma delle terre e rocce da scavo entra nel vivo. Il Ministero dell’Ambiente ha trasmesso a Bruxelles, il 22 marzo 2025, lo schema di “Regolamento recante disciplina semplificata della gestione delle terre e rocce da scavo” predisposto in attuazione del DL 13/2023 (PNRR 3). La notifica, obbligatoria perché la norma contiene “regole tecniche”, apre lo status quo TRIS: fino al 24 giugno 2025 l’Italia non potrà adottare il testo definitivo.

Parallelamente, lo schema è all’esame del Consiglio di Stato, che con parere interlocutorio n. 327 dell’11 aprile 2025 ha chiesto al Dicastero chiarimenti su alcuni degli snodi più innovativi:
– capo di applicazione ampliato ai sedimenti dragati;
– deposito intermedio reso più snello, con termini ridotti e modulistica unica;
– procedura ultrarapida per i “cantieri puntuali” (sino a 20 m³), con caratterizzazione semplificata;
– definizione di “normale pratica industriale” per distinguere rifiuti da sottoprodotti.

Altre novità di rilievo emerse nella bozza: digitalizzazione completa dei modelli di dichiarazione, raccordo con il nuovo Registro elettronico nazionale per la tracciabilità dei rifiuti (RENTRi) e recepimento delle soglie PFAS/PFOS fissate dal Regolamento suoli UE in corso di adozione.
Se Bruxelles non solleverà obiezioni, il regolamento potrà essere varato dall’estate 2025, abrogando il DPR 120/2017 e inaugurando un regime più agile, particolarmente atteso dai cantieri PNRR.