L’Agenzia Europea per l’Ambiente (EEA), in data 9 dicembre, ha pubblicato il report “PFAS pollution in European waters” nel quale viene fornita una prima panoramica dell’inquinamento delle acque da parte dei PFAS sulla base dei dati riportati nel Waterbase dell’EEA.
All’interno del report viene evidenziato come i dati raccolti indichino la diffusione di sostanze come l’acido perfluoroottansulfonico (PFOS) in tutte le acque europee in concentrazioni che superano i livelli soglia, rappresentando un rischio per la salute umana e per lo stato dell’ambiente.
È stato osservato che, dal 2018 al 2022, il 51-60% dei fiumi, l’11-35% dei laghi e il 47-100% delle acque di transizione e costiere hanno superato la media annuale degli standard di qualità ambientale (SQA) per i PFOS.
L’EEA sottolinea la necessità dell’intensificazione delle attività di monitoraggio al fine di ottenere maggiori informazioni sulle diverse tipologie di PFAS e sulla loro diffusione.
La presenza diffusa di PFOS e potenzialmente di molti altri PFAS mette a rischio il raggiungimento dello stato chimico “Buono” per tutti i corpi idrici europei entro il 2027 e rappresenta un’importante sfida da affrontare a livello comunitario, al fine di avere un ambiente privo di sostanze tossiche.
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